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Quando ci chiedono a che cosa pensiamo, di norma rispondiamo. Riteniamo di sapere che cosa sta avvenendo nel nostro cervello e di solito si tratta di un pensiero conscio che porta in maniera ordinata a un altro pensiero conscio. Tuttavia la mente non funziona solo così, né questo è in realtà il suo funzionamento tipico. Quasi tutti i pensieri e le impressioni si presentano alla nostra esperienza conscia senza che sappiamo come vi si siano presentati. Non capiamo attraverso quale modalità siamo arrivati a credere che ci sia una lampada sul tavolo davanti a noi, abbiamo colto una sfumatura di irritazione nella voce del nostro coniuge al telefono o siamo riusciti, ancor prima di rendercene conto, a evitare una minaccia che ci si è parata davanti. Il lavoro mentale che produce impressioni, intuizioni e molte decisioni avviene in silenzio nel cervello. Vivendo la nostra vita, ci lasciamo di norma guidare da impressioni e sensazioni, e la fiducia che abbiamo nelle nostre convinzioni e preferenze intuitive è solitamente giustificata. Ma non sempre. Spesso siamo sicuri delle nostre idee anche quando ci sbagliamo, e un osservatore obiettivo ha più probabilità di noi di individuare i nostri errori teorici.
Comprendere e saper riconoscere quali sono i limiti del nostro ragionamento clinico, soprattutto in relazione alla nostra capacitĂ di individuare i nostri pre-giudizi ed i nostri errori cognitivi al fine di poterli superare o per minimizzarne gli effetti negativi. Individuare i nostri errori non solo tecnici ma soprattutto logici durante il processo di valutazione e trattamento del paziente.
A nessuno piace sentirsi dire ha ragionato male o che il suo ragionamento ha delle incongruenze. Siamo disposti a farci correggere sull’esecuzione di una tecnica manuale ma non su come abbiamo deciso di sceglierla e su perché essa funzioni. Il ragionamento è parte integrante del nostro lavoro come e forse più di altre capacità tecniche e manuali. Per questo è necessario un allenamento specifico come per ogni nostra altra abilità da acquisire o migliorare. Dalle ore 9:00 alle ore 17:00
Paolo Marighetto si laurea in fisioterapia nel 2002 presso l’Università degli Studi di Padova, inizia la sua formazione in terapia manuale frequentando i vari livelli dei corsi IMTA, completa la formazione sulle disfunzioni di movimento proposta dal gruppo Kinetic Control, da Shirley Sahrmann e più recentemente da Smarterehab, affronta lo studio della neurodinamica e del fenomeno dolore seguendo i corsi del NOI e di Michael Shacklock. E’ stato fisioterapista della nazionale italiana di bob dal 2002 al 2006 concludendo il quadriennio partecipando ai Giochi Olimpici Invernali di Torino ed avendo la soddisfazione umana e professionale di una medaglia di bronzo vinta dalla squadra femminile. Nella stagione 2011-2012 è stato al seguito della nazionale italiana di pattinaggio di velocità su pista lunga. Attualmente segue una squadra di pallavolo ed una di nuoto che militano in serie B. Ha ottenuto il Master in Terapia Manuale e Riabilitazione dei Disturbi Muscolo Scheletrici nel 2013 presso l’Università degli Studi di Padova. Titolare di uno studio professionale dal 2006. E’ docente a contratto presso il Master in Terapia Manuale in Fisioterapia dell’università di Roma Tor Vergata e presso il Master in Fisioterapia Sportiva dell’Università di Siena E’ particolarmente interessato al versante cognitivo della riabilitazione soprattutto di quanto riguarda l’apprendimento motorio e lo studio dell’universo dolore.
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